Branded Entertainment: come emergere tra il Rumore della Pubblicità
È innegabile: più passa il tempo, più le Pubblicità invadono ogni momento della nostra vita. Sono in Radio, in Televisione, sui Social Network e sulle facciate dei palazzi; sono così tante che, spesso, non ci prestiamo nemmeno attenzione.
Ma allora, come è possibile distinguersi dal rumore che caratterizza la vita del Consumatore di oggi? Una soluzione è creare Contenuti utili e informativi, non direttamente orientati alla vendita, in modo che il Pubblico non li percepisca come Pubblicità e dunque ci dedichi maggiore attenzione. Si tratta del Content Marketing e no, non è una presa in giro per il Consumatore: il Content Marketing non inganna, semplicemente Informa invece di Persuadere. E, attraverso l’Informazione, invita il Consumatore all’Acquisto. Insomma, l’esito finale è lo stesso: la Conversione.
Un ulteriore sviluppo, piuttosto recente, vede protagonista l’Intrattenimento, che va a prevalere sia sull’Informazione che sulla Persuasione. Parliamo del Branded Entertainment.
Cos’è il Branded Entertainment?
Si tratta di creare contenuti di Intrattenimento di vario tipo, online o offline, che possano catturare e mantenere l’Attenzione del Consumatore, grazie all’alta Qualità e alla tipologia di Comunicazione, che generalmente riflette i Valori del Brand più che i Prodotti e i Servizi che tale Brand offre.
Questa caratteristica del Branded Entertainment, a cui in gergo ci si riferisce con il termine Value Placement, permette al Brand di posizionarsi nella mente del Consumatore se non come Top of Mind della categoria, per lo meno ai primi posti, cosicché quando quello stesso Cliente avrà la necessità di acquistare un Prodotto penserà immediatamente a quel Brand e procederà con l’Acquisto.
In che modo il Branded Entertainment può essere utile ai Marchi
Se ben strutturato il Branded Entertainment può funzionare come strumento per creare Lealtà e, in un certo senso, Attaccamento nei confronti del Brand, ottenendo quindi Conversioni che non solo aumentano il Valore del marchio in termini economici, ma anche in termini di Brand Awareness, Interest e Consideration, che sono i primi tre step necessari a completare il Marketing Funnel, ossia per arrivare all’Acquisto ripetuto e, ancora più importante, ad ottenere Clienti fedeli e disposti a consigliare il Brand.
Inoltre, la forte componente di Storytelling che, per loro stessa natura, caratterizza i Contenuti di Branded Entertainment, soddisfa la curiosità dei Consumatori riguardo la Storia di un determinato Marchio, donando inoltre al Brand un’Immagine più autentica e trasparente, che il Cliente non può far altro che apprezzare. Inoltre, Storytelling genera Coinvolgimento a livello emozionale, che si trasforma in Coinvolgimento con il Brand, andando a creare quel fenomeno di Attaccamento di cui si è parlato prima.
In poche parole, con il Branded Entertainment il Contenuto non viene percepito come un’interruzione, ma anzi come un Valore aggiunto da cui trarre Ispirazione, Insegnamento o Divertimento, ovviamente a seconda della tipologia di Narrazione.
Tre esempi di Branded Entertainment
Il primo esempio, modello per i Professionisti del Settore, è certamente la serie The Hire realizzata da BMW già nel 2001. Assolutamente pioniera, la miniserie vantava registi e star di Hollywood che, in otto episodi, affrontavano diverse avventure in cui la costante rimaneva il protagonista, non a casa chiamato l’Autista e alla guida di una BMW.
Più di recente, Coca Cola ha deciso di trasformare il suo Sito Web in una rivista online, Coca Cola Journey, dove era possibile trovare storie, articoli, infografiche e interviste non strettamente legati ai prodotti del gruppo.
Infine, il Brand che ultimamente viene definito come il “re indiscusso” del Branded Entertainment è Netflix. In particolare per le sue Serie TV di punta come Stranger Things e Black Mirror, Netfllix ha spesso organizzato eventi, online e nella realtà quotidiana, che trasportassero i Fan nel mondo della Serie TV da loro amata.